mercoledì 8 luglio 2009

venerdì 26 giugno 2009

I FATTI:

La storia è la seguente:

Laura Dini e Nabil Zakraoui cittadino tunisino nel giugno 2001 si sposano, dal matrimonio nascono 2 bambine, Saida nel 2004 e Amira nel 2007.
Dopo 8 anni le cose non vanno piu bene e Laura decide che è meglio separarsi, le bambine nel frattempo sono cresciute ed hanno rispettivamente 4 anni(Saida) e 19 mesi la piu piccola (Amira).
Il 28 novembre del 2008 il marito di Laura la convince a passare un breve periodo presso la sua famiglia in Tunisia con la scusa che la madre aveva appena subito un operazione, nonostante ci sia una separazione in corso, Laura in buona fede accetta, è in buoni rapporti sia con il padre delle sue figlie sia con la sua famiglia, e pensa che non ci sia nulla da temere.
Arrivati in Tunisia e trascorsi i giorni prestabiliti, la notte anteriore alla partenza Laura prepara le valige,in quel momento gli viene comunicato da parte di suo marito che non sarebbero partiti il giorno seguente, almeno lui e le bambine, mentre lei se ne sarebbe potuta andare.
A quel punto le paure di Laura si concretizzano, aveva sempre creduto in lui e pensava non potesse arrivare a fare una cosa del genere. Nasce una discussione, Laura viene allontanata con la forza fuori dal cancello di casa da parte della famiglia intera ed è costretta ad assistere impotente alla scena del marito che carica le due bambine (che piangono!) in macchina e le porta via, minacciandola che se non fosse ritornata immediatamente in Italia non avrebbe piu visto le figlie. Impaurita prova ad andare ad un posto di polizia, le difficoltà sono tante per la lingua, a parte quello viene praticamente derisa dagli agenti che quella notte erano in servizio e rimandata "cortesemente" fuori.
A quel punto non sa cosa fare, passa la notte in un albergo e il giorno seguente riprende l'aereo per l'italia, prima però allerta l'ambasciata italiana a Tunisi. La sua lotta è appena iniziata.
Dopo 1 settimana torna a Tunisi di nuovo a casa della famiglia di lui che sembra comprensiva e si comporta come non fosse successo niente, gli viene detto da suo marito che il matrimonio che aveva avuto luogo in Italia era stato registrato da lui in Tunisia e a sua volta aveva chiesto il divorzio che si sarebbe svolto il 9 Febbraio 2009.
Laura si reca all'ambasciata italiana per un ulteriore incontro, gli forniscono un avvocato, Nabil però non vuole, gli rompe la scheda del cellulare gli sottrae l'agenda con indirizzi e numeri di telefono gli proibisce di uscire fuori dalla casa con le bambine tutto questo aiutato dai suoi familiari che la vigilano, è come in prigione, ben presto anche i rapporti con la famiglia di lui si rompono, gli viene negato l'accesso alla cucina e al bagno nonostante tutto resta in quella casa per stare vicino alle proprie figlie.
Man mano che si avvicina la prima udienza per il divorzio la situazione è sempre piu insostenibile e il comportamento di suo marito e della famiglia si fa sempre piu ostile.
Il 9 febbario arriva, quel giorno si decide anche l'affidamento delle bambine e Laura forte della situazione giudiziaria e del ruolo di mamma non pensa ci siano problemi per l'affidamento, dato che in Tunisia la legge prevede che i figli al di sotto di 6 anni vengono affidati quasi automaticamente alla madre.
Non è cosi, il giudice decide inspiegabilmente affidarli al padre e cosi Laura viene immediatamente cacciata da casa.
Disperata ma non rassegnata si affitta una casa prende residenza in Tunisia e fa ricorso alla prima udienza, gli viene concesso e gli vengono finalmente assegnate le bambine, non finisce qua, perche il padre riesce a scappare con loro prima che Laura possa andarle a prendere.
Da questo momento per lei inizia un vero e proprio calvario perche non riuscirà a vederle per 10 giorni con la paura che il padre possa averle portate in un altro paese.
La situazione si risolve, lui riappare con le bambine ma nel frattempo ha ritirato il divorzio facendo cosi decadere il diritto di custodia che Laura aveva ottenuto,è cosi costretta a iniziare tutto da capo, si reca dal giudice spiegandogli la situazione,vuole che gli sia riconosciuto un tetto coniugale che naturalmente non puo essere quello della famiglia di lui e rivendica il diritto di stare con le sue figlie dato che non c'è piu un divorzio in corso, il giudice la ascolta e decide che i due coniugi dovranno tornare in casa insieme in un domicilio diverso da quello della famiglia del marito.Passano appena 3 giorni di "convivenza" e Nabil chiude in casa Laura e le bambine senza possibilità di uscire per paura spiegherà dopo in un tribunale che aveva paura che scappassero dalla Tunisia.
Laura chiama la polizia che prontamente si reca alla casa e trova catene e lucchetti alle porte e alle finestre sfonda la porta ed entra.
Sembra sia finito un incubo perchè Nabil viene arrestato e Laura è finalmente "libera" con le sue 2 bambine.
Ma il percorso per la tranquillità è lungo, deve ancora affrontare numerose tappe giudiziare, (tra le quali l'affidamento esclusivo poi concesso, chiesto da lei)e data l'impossibiltà di farlo con le 2 bambine al seguito decide di segnarle ad un asilo fuori della capitale per precauzione.
Il marito 1 settimana dopo, uscito di galera e in attesa di processo viene a saperlo perchè Laura(per correttezza)aveva depositato l'indirizzo dell'asilo al giudice e decide di fare letteralmente irruzione usando la forza.
Scatta la denuncia da parte delle maestre dell'asilo e del direttore, nel frattempo viene condannato a 5 mesi per il reato di sottrazione di minore (in occasione della prima udienza di divorzio quando spari 10 giorni) è in attesa di processo per il reato di sequestro di persona e minore, tuttavia è a piede libero e nessuno fa niente per poter restituire Saida e Amira alla madre.
E' dal 8 di Aprile che Laura non riesce a vedere le sue figlie pur avendo ottenuto a titolo definitivo l'affidamento, non sa dove sono con chi sono e cosa gli viene detto, il marito è praticamente latitante e viene aiutato a nascondersi da amici e famiglia, la polizia sta cercando di ritrovare le bambine, c'è il forte sospetto che non si trovino ne con il padre ne con la famiglia di lui .

Ho cercato di fare una cronaca dei fatti accaduti nel modo piu chiaro possibile tralasciando molte cose,ingiustizie sopratutto compiute nei confronti di Laura.
Tutt'ora sta lottando per i suoi diritti di madre e anche per le sue figlie che non dimentichiamoci sempre in queste occasioni sono vittime incosapevoli.

Leggete sostenete e Passate il link del blog, la nostra intenzione è rendere il piu pubblico possibile il fatto, e far pressione alle autorità competenti affinché possano intervenire e aiutare Laura e le sue figlie.

Grazie a tutti per l'attenzione e per il supporto che darete a Laura Saida e Amira.







Sottrazione di minore

"Il fenomeno della sottrazione familiare - internazionale di minori si crea, di norma, nel momento in cui il rapporto matrimoniale (o la convivenza di fatto) giunge ad un punto di rottura: in questa realtà, spesso vissuta dalle parti come una vera e propria guerra, e che incide profondamente sulla psiche del bambino, può avere inizio una lotta per l’affidamento dei figli, che, in alcuni casi, culmina con il “rapimento” del minore da parte di uno dei due genitori.
Tale “rapimento” integra il fenoIl fenomeno della sottrazione familiare - internazionale di minori si crea, di norma, nel momento in cui il rapporto matrimoniale (o la convivenza di fatto) giunge ad un punto di rottura: in questa realtà, spesso vissuta dalle parti come una vera e propria guerra, e che incide profondamente sulla psiche del bambino, può avere inizio una lotta per l’affidamento dei figli, che, in alcuni casi, culmina con il “rapimento” del minore da parte di uno dei due genitori.
Tale “rapimento” integra il fenomeno che viene più comunemente chiamato sottrazione di minore.

La sottrazione familiare indica proprio l’atto con il quale un genitore, senza il consenso dell’altro ed anzi assolutamente unilateralmente, sottrae il figlio all’altro con l’intento di nasconderlo e trattenerlo con sé a tempo indeterminato.meno che viene più comunemente chiamato sottrazione di minore.

La sottrazione familiare indica proprio l’atto con il quale un genitore, senza il consenso dell’altro ed anzi assolutamente unilateralmente, sottrae il figlio all’altro con l’intento di nasconderlo e trattenerlo con sé a tempo indeterminato."


Questo è una definizione del termine tratta da una pagina web di cui sopra ho riportato il link..
Da qui inizia tutto.